Lo studente e il Barometro
(Fare formazione lavorando più sui processi e meno sui risultati)
Nel 1960, Alexander Calandra, docente di fisica alla Washington University, viene convocato da un collega per risolvere un problema insidioso: durante un esame di fisica, di fronte al quesito: “dimostra come si può determinare l’altezza di un grattacielo con l’aiuto di un barometro” lo studente esaminato rispose che fosse sufficiente portare il barometro in cima al grattacielo, legarlo a una corda, calarla fino a terra, tirarla su e poi misurarne la lunghezza.
La risposta era corretta, perché risolveva il problema, ma non era quella canonica, ossia: usare il barometro per determinare la differenza di pressione atmosferica tra base e vertice dell’edificio. Questo fatto solleva un problema: come valutare lo studente che aveva risposto alla domanda, ma non nel “modo giusto”?
Calandra concordò con il collega di offrire allo studente un’altra possibilità: questi aveva sei minuti per produrre una risposta e dimostrare le conoscenze di fisica. Cinque minuti dopo, lo studente ancora non aveva risposto e il professore gli chiese se volesse ritirarsi; il ragazzo disse che aveva molte risposte alla domanda e stesse scegliendo quella migliore.
Dopodichè fornì la sua risposta: “porto il barometro in cima all’edificio, lo lascio cadere al suolo e misuro il tempo di caduta con un cronometro. Quindi, usando la formula S = ½ gt² calcolo l’altezza dell’edificio”. A quel punto, lo studente ricevette un voto eccellente. Mentre si avviavano verso l’uscita, Calandra domandò al ragazzo quali altre risposte conoscesse e lui rispose che c’erano molti modi: “in un giorno di sole, misurare la lunghezza del barometro mettendo a confronto la sua ombra con quella del grattacielo. Oppure salire le scale e fare segni sui muri usando il barometro come unità di lunghezza, alla fine conto i segni e otterrò l’altezza del palazzo in unità-barometro. È anche possibile legare il barometro a un filo e usarlo come pendolo per misurare il valore della gravità alla prima alla base del grattacielo e poi sul tetto. Ma ci sono altri modi, forse il migliore sarebbe quello di bussare alla porta del soprintendente del grattacielo e dirgli questo è un bellissimo barometro. Se mi dice quanto è alto il grattacielo, glielo regalo!”
A questo punto il professore domandò allo studente se veramente non conoscesse la risposta convenzionale. Il ragazzo rispose così: “certo che la conosco, ma non ne posso più di professori che invece di mostrarmi la struttura della materia che insegnano, tentano di insegnarmi la risposta giusta.”
Questo episodio mette in evidenza in modo efficace che cos’è la “fissità funzionale”, ossia l’attitudine ad affrontare problemi in modo consuetudinario e quindi produrre stereotipi. Un bravo formatore, a margine della teoria, deve concentrarsi sul processo riflessivo e offrire strumenti idonei a sviluppare un pensiero innovativo e anche creativo.
La formazione efficace libera dal fissarsi sulle funzionalità abituali di un oggetto, di un sistema, o di una teoria, per portare a riconcettualizzare oggetti, sistemi e teorie in modo nuovo.