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11 Feb 2021

BIAS COGNITIVI: COME PRENDIAMO LE DECISIONI!

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Il nostro cervello è una macchina meravigliosa e sapere come funziona ci può aiutare a prendere decisioni più responsabili.

Si avete capito bene, più responsabili, non le decisioni giuste, perché le decisioni giuste non esistono!

Possiamo sapere solo dopo averla presa, se quella decisione ci porta sulla strada che volevamo intraprendere oppure no.

Ma torniamo all’argomento del titolo, ossia i bias cognitivi.

Capiamo cosa sono:

“Un bias cognitivo è uno schema di deviazione del giudizio che si verifica in presenza di certi presupposti.

I bias cognitivi sono forme di comportamento mentale evoluto.

Alcuni rappresentano forme di adattamento, in quanto portano ad azioni più efficaci in determinati contesti, o permettono di prendere decisioni più velocemente quando maggiormente necessario.

Altri invece derivano dalla mancanza di meccanismi mentali adeguati, o dalla errata applicazione di un meccanismo altrimenti positivo in altre circostanze.

Questo fenomeno viene studiato dalla scienza cognitiva e dalla psicologia sociale.”

Wikipedia

I bias cognitivi sono dei concetti fondati, al di fuori del giudizio della ragione, su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica.

Si tratta, il più delle volte di errori cognitivi che impattano nella vita di tutti i giorni, non solo su decisioni e comportamenti, ma anche sui processi di pensiero.

Quando ragioniamo facciamo ampio impiego di bias, ci permettono di avere scorciatoie di pensiero e modalità rapide e intuitive che sono al di fuori del ragionamento logico.

Ciò che rende questo meccanismo  di pensiero disfunzionale non è la sua  presenza, ma la sua rigidità e inflessibilità, specialmente se ci conduce ad interpretare gli eventi, e noi stessi, in modo irrealisticamente negativo.

Questi errori di ragionamento basati su pensieri e credenze disfunzionali, se avvengono in modo sistemico possono causare problemi e determinare sofferenza emotiva.

Di solito sono alla base di credenze poco reali.

Le distorsioni cognitive possono essere riconosciute e modificate allo scopo di riformulare pensieri più realistici, adattivi e funzionali al nostro benessere.

Alcuni dei bias cognitivi più comuni:

Bias di conferma o dissonanza cognitiva.

Lo psicologo B.F. Skinner (1953)afferma che a  ciascuno di noi piace essere d’accordo con le persone che sono d’accordo con noi e ciascuno di noi tende ad evitare individui o gruppi che ci fanno sentire a disagio: questo è ciò che ha definito “dissonanza cognitiva”.

Si tratta di una modalità di comportamento preferenziale che porta al bias di conferma, ovvero la conferma che i nostri punti di vista sono corretti.

Cerchiamo di stare con chi la pensa come noi, ma questo non è detto che sia la verità.

Bias di gruppo

Molto simile al bias di conferma è il bias di gruppo, che ci induce a sopravvalutare le capacità ed il valore del nostro gruppo, a considerare i successi del nostro gruppo come risultato delle qualità dello stesso, mentre si tende ad attribuire i successi di un gruppo estraneo a fattori esterni non insiti nelle qualità delle persone che lo compongono.

Bias di Ancoraggio

O trappola della relatività, è un bias per il quale nel prendere una decisione tendiamo a confrontare solo un insieme limitato di elementi: l’errore è quello di ancorarsi, cioè fissarsi su un valore che viene poi usato, arbitrariamente, in modo comparativo, cioè come termine di paragone per le valutazioni in atto, invece che basarsi sul valore assoluto.

Dan Ariely, un economista comportamentale, fa l’esempio con l’acquisto di una barretta di cioccolato: la prima, non di marca, costa 1 penny al pezzo, l’altra invece di marca costa 15 centesimi.

Vista la presunta migliore qualità del cioccolato della barretta di marca, questa si configura come un’ occasione, infatti la maggior parte dei consumatori scelse di acquistare proprio la seconda barretta. In un secondo esperimento, vennero usate le stesse due barrette di cioccolato, ma scontate entrambe di 1 centesimo: cioè la prima barretta era gratis e la seconda costava 14 centesimi.

L’offerta continuava ad essere vantaggiosa per la barretta di marca, ma nonostante questo la maggior parte dei compratori scelse la barretta non di marca.

Bias della negatività

Tendiamo a dare un’eccessiva attenzione rivolta verso elementi negativi, che vengono anche considerati come i più importanti.

A causa di questa distorsione cognitiva, si tende a dare maggior peso agli errori, sottovalutando i successi e le competenze acquisite ed attribuendo così una valutazione negativa alla prestazione.

Bias dello status quo o paura del cambiamento

Il cambiamento spaventa e si tenta di mantenere le cose così come stanno, questo ci porta ad una distorsione valutativa.

Questo pregiudizio è dannoso perché di da  un’ingiustificata supposizione che una scelta diversa potrà far peggiorare le cose.

Di bias cognitivi ce ne sono molti altri e tutti fanno da barriera e ci distorcono la realtà.

Quindi siamo liberi di decidere?

Non lo siamo mai, ma possiamo capire e sapere come funziona il nostro cervello, essere consapevoli ci aiuta a prendere decisioni consapevoli.

“Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità”

F.Nietzsche