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30 Giu 2020

Che vantaggi trarre dal Covid, nel mondo del lavoro?

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L’emergenza Covid-19 può insegnarci qualcosa di buono?

Il mondo del lavoro cambierà radicalmente? Come e quando?

In primo luogo, quella che per molti era considerata una condizione di scarsa serietà, è diventata la norma: il telelavoro e lo smart working. Si è rotto, in questo senso, un vero e proprio tabù del mondo del lavoro, che per decenni ha interpretato l’attività professionale come un’azione automatica da svolgersi in un luogo preciso e sotto l’attento monitoraggio di un supervisore.

Nel 2017, l’Eurofound e l’Organizzazione Mondiale del Lavoro hanno condotto uno studio sulla diffusione dello smart working tra paesi UE ed extra-europei. E ne è emerso che l’Italia risulta l’ultimo paese della lista, con solamente un 7% di cittadini impiegato in questa modalità di lavoro.

Se da un lato, ridimensionare i contatti ravvicinati con le altre persone rappresenta un grande problema per le relazioni e gli affari, dall’altro, questa situazione ha spinto ad organizzarsi nel modo più efficiente possibile per non fermare le attività lavorative. E in questo senso, una preziosa alleata è stata la tecnologia e questo è un buon segno, in un paese dove il digital divide è ancora molto alto.

Le abilità digitali, che di media erano ancora abbastanza basse, si sono ampliate e ad una maggiore dimestichezza con gli strumenti da remoto si associa un miglioramento del portafoglio delle proprie abilità.

Il lavoro, con le sue declinazioni, dallo stato solido si fa sempre più liquido, fino a diventare gassoso; il lavoro dipendente a tempo pieno sarà presto sostituito da una domanda di lavoro che cerca figure flessibili, alla ricerca di mentalità sempre più imprenditoriali. Con tutta probabilità, sedi, uffici, mansioni rigide e cartellini da timbrare cederanno il passo a tablet, soft skills e collaborazioni occasionali, dove al centro dell’attenzione sarà sempre più il risultato a scapito dell’impiego full time.

Si può quindi dire che l’emergenza Covid ha permesso, nel mondo del lavoro, di adottare strategie per una migliore organizzazione del tempo. Anche a livello ambientale, le conferenze a distanza e lo smart working, hanno permesso di ottenere dei vantaggi; l’inquinamento da particolato è diminuito e anche il denaro per gli spostamenti ordinari con la propria auto da casa all’ufficio.

Non meno importante, la quarantena forzata ha permesso a molte persone di ritrovare il tempo per ridefinire la scala delle proprie priorità e fare un check degli interessi personali. Aumentare le competenze digitali, trovare spazio per coltivare le proprie passioni e rimodulare le proprie skills, rappresentano una risposta positiva alla crisi.

Già nel 1991, il ricercatore David Guest, in un articolo richiamava l’attenzione sul concetto di hybrid manager. Un buon manager ibrido dovrebbe rappresentare «una variante dell’uomo rinascimentale, altrettanto a suo agio con i sistemi informativi, le tecniche moderne e la conoscenza della scala musicale dodecafonica».